SCIENZA

Premio Nobel per la medicina 2023: i vaccini a mRNA

Quest’anno il premio Nobel per la medicina e la fisiologia è stato assegnato a Katalin Karikò e Drew Weissman per aver compreso i meccanismi di interazione tra il sistema immunitario e l’RNA messaggero (mRNA), una tipologia di RNA che porta l’informazione genetica del DNA laddove serve e, con l’aiuto di altri componenti della cellula, permette di “tradurre” questa informazione in proteine. Seguendo la nostra missione di supporto alla scienza fino dai banchi delle scuole superiori, non possiamo che unirci al coro dei complimenti per questa incredibile scoperta che è prova di quanto meravigliosa ed importante sia la scienza e di quale impatto fondamentale abbia nelle vite di ciascuno di noi. 

Ma perché studiare proprio l’RNA messaggero? La scienziata Karikò già trent’anni fa ebbe un’intuizione straordinaria: fare in modo che il nostro stesso organismo fosse in grado di produrre gli anticorpi necessari a difenderci da virus, patogeni o malattie come il cancro. L’idea era quella di iniettare dell’RNA messaggero nelle cellule, fare in modo che venisse tradotto in proteine, che, riconosciute dal nostro sistema immunitario come estranee, avrebbero attivato una risposta. Il sistema immunitario avrebbe poi fatto il resto, producendo degli anticorpi così da avere già uno scudo con cui difendersi quando l’organismo avrebbe incontrato quel particolare virus. Facile a dirsi, molto più difficile tradurlo in realtà!   

I due ricercatori, infatti, avevano notato che l’RNA messaggero iniettato non riusciva nel suo intento perché veniva immediatamente degradato. Dopo tantissimi tentativi, nel 2005 Karikò e Weissman trovarono il modo di eludere il sistema immunitario, utilizzando un mRNA prodotto in vitro, cioè in provetta, e modificato: l’RNA messaggero, infatti, subisce continuamente delle modifiche chimiche nelle cellule dell’uomo, ma ciò non si verifica nell’mRNA trascritto in vitro. Karikò e Weissman iniziarono, quindi, a produrre diverse varianti dell’mRNA modificando le basi azotate e notarono che la risposta infiammatoria non veniva più innescata. In studi successivi, i due ricercatori dimostrarono anche che gli mRNA modificati e prodotti in vitro portavano a una maggior produzione della proteina rispetto ai messaggeri non modificati. Avevano posto le basi per lo sviluppo dei vaccini a mRNA. I vaccini moderni contengono l’RNA messaggero che codifica per le proteine contro le quali vogliamo costruire gli anticorpi. Una volta iniettato, l’mRNA viene utilizzato dalle cellule del nostro organismo per produrre la proteina antigenica, che attiva il sistema immunitario a preparare anticorpi specifici per combattere una futura esposizione al virus. Inoltre, questa tecnologia in vitro ha permesso di velocizzare la fase di produzione dei vaccini, permettendo le somministrazioni in tempi molto rapidi.  

Sono scoperte come quelle di questi due scienziati, Katalin Karikò e Drew Weissman, che rendono la scienza meravigliosa e che dimostrano come la dedizione nello studio, spesso unita ad intuizioni uniche possano tradursi in vere e proprie rivoluzioni con importanti effetti nel campo delle terapie di malattie non ancora curabili! 

 

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